C.A.A.
Comunicazione Aumentativa Alternativa
La comunicazione è uno scambio interattivo tra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza; è quindi in grado di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazione secondo la cultura di riferimento.
I Disturbi del Linguaggio (DL) possono riguardare sia le aree del linguaggio espressivo che quelle del linguaggio recettivo e possono manifestarsi già in
età pre-scolare se il percorso evolutivo del bambino mostra un apprendimento atipico del linguaggio.
La Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) ha lo scopo di offrire ai soggetti con Bisogni Comunicativi Complessi (BCC) la possibilità di comunicare tramite canali che si affiancano a quello verbale/orale.
La CAA è quindi l’insieme di strategie, strumenti e tecniche per garantire la comunicazione a coloro che non possono o hanno difficoltà ad esprimersi verbalmente ed è quindi un valido strumento terapeutico che può sostenere e promuovere il potenziamento del linguaggio nel bambino.
INTERVENTO PRECOCE
Prima di tutto è importante effettuare un’attenta osservazione/valutazione ed è fondamentale che l’intervento sia PRECOCE, PERSONALIZZATO e INDIVIDUALIZZATO.
L’intervento precoce è di fondamentale importanza in quanto permette di ridurre la probabilità che si presentino delle conseguenze connesse a un deficit comunicativo come:
· comportamenti-problema dovuti alla difficoltà o impossibilità di comunicare ed esprimere i propri bisogni e pensieri
· problematiche linguistiche, ma anche problematiche cognitive, relazionali e sociali.
Inoltre, l’intervento precoce di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) aumenta la possibilità di sviluppo del LINGUAGGIO VERBALE.
GLI STRUMENTI
La CAA utilizza tutte le competenze comunicative del soggetto includendo le vocalizzazioni e/o il linguaggio verbale residuo, i gesti, i segni e la
comunicazione con ausili.
Nello specifico la CAA permette all’individuo di COMUNICARE IN USCITA (scegliere, raccontare, richiamare ecc…) E IN ENTRATA (leggere, condividere ecc..) e a seconda della necessità, il materiale può consistere in:
· simboli singoli o raccolti in categorie per scegliere o comunicare (es. tabelle a tema, strisce delle attività ecc..)
· simboli o libretti per poter leggere, condividere, ascoltare o comprendere l’altro
(es. libri su misura e libri di narrazione)
La CAA non si propone di sostituire il linguaggio verbale, ma al contrario, in quanto AUMENTATIVA, prevede la simultanea presenza dello STRUMENTO ALTERNATIVO e del LINGUAGGIO VERBALE/ORALE che si accompagna al SIMBOLO visivamente e oralmente tramite il supporto del terapista che lo pronuncia ad alta voce.
SETTING NEUROPSICOMOTORIO
La Comunicazione Aumentativa Alternativa ha lo scopo non solo di fornire strumenti comunicativi alternativi, ma anche di sviluppare le abilità di comunicazione che consistono, soprattutto, nel desiderio di comunicare.
La possibilità di esprimere il proprio pensiero o desiderio limita il sentimento di angoscia e frustrazione legato all’impossibilità di farsi capire riducendo lo stress della persona con Bisogni Comunicativi Complessi (BCC) e il presentarsi di possibili comportamenti-problema.
È quindi importante che l’ambiente e i partner comunicativi che affiancano il bambino con Bisogni Comunicativi Complessi (BCC) siano ACCOGLIENTI, INFORMATI e aderiscano anch’essi alla CAA.
L’INTERVENTO NEUROPSICOMOTORIO sarà caratterizzato da un setting personalizzato e individualizzato a supporto delle strategie di CAA così da promuovere lo sviluppo globale del bambino e una sua maggiore autodeterminazione sul versante del comportamento e della comunicazione intenzionale, implementando le sue possibilità di partecipazione attiva nei diversi contesti di vita.
Quando si parla di intervento di CAA, IL RUOLO DELLA FAMIGLIA È CENTRALE e di fondamentale importanza per realizzare una comunicazione integrata; infatti, l’intervento di CAA non può limitarsi alle poche ore di riabilitazione settimanali, ma deve riguardare i vari ambiti della quotidianità del bambino.
Dott.ssa Margherita Moretti
TNPEE